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IN UN MONDO DIVERSO di Elena Piovano

Commento a cura di Nadia Delsedime

Questo libro di Elena Piovano e’ un racconto, una lunga favola, che invoglia il lettore a proseguire nella lettura creando un’atmosfera di serenità, pace, ricordo di certi sogni infantili. Un’atmosfera di dolcezza. Proprio come un ritorno all’infanzia ma al contempo come un viaggio iniziatico sembra configuarsi questa storia, dove la protagonista e’ l’adolescente Elena, una ragazzina sveglia e creativa, in parte annoiata nella solitudine estiva, in parte alla ricerca di avventure e di una fuga da casa che le conferisca la dignità di adulta. In sottofondo qualche conflitto familiare, genitori un po’ assenti per lavoro e un pò restii a “vedere” la figlia.

Talvolta per essere visti e’ necessario allontanarsi o compiere un gesto eclatante che faccia aprire gli occhi e crei una mancanza nell’Altro. Qui il gesto e’ la decisione di imbarcarsi sul treno magico che passa una sola volta nella vita e richiede il coraggio di salirvi alla cieca (come non ricordare sullo stesso tema la struggente novella “Il treno ha fischiato” di Luigi Pirandello?). Dal momento in cui sale sul treno Elena incrocia le vite di tanti bambini anch’essi saliti a bordo davanti alle loro case, e di strani adulti rimasti un po’ bambini, vestigia di un mondo scomparso a causa di disastri naturali e non, un mondo ormai ricordato solo nelle storie dei pochi sopravvissuti. Le atmosfere raccontate sono a meta’ fra un film d’animazione di Miyazaki e un episodio di Harry Potter, spesso fa capolino la magia che come sempre serve solo a capire qualcosa in più di se stessi. Tutto è caratterizzato dalla bellezza e dal calore dell’infanzia, talvolta sembra di leggere una fiaba nella fiaba dove i sogni parlano di inclusion, libertà, diritti …una fiaba per adulti alla fine.

Come in ogni racconto per adulti – o anche per bambini ma in modo mascherato – sono sempre narrati tutti i dolori umani, ma al loro fianco anche tutte le gioie possibili che si possono incontrare nella vita. In questo caso il personaggio dolente, ferito nel profondo, spezzato, il cigno nero se così si può dire, e’ rappresentato da Robin, una giovane donna che nella vita precedente, nel mondo di prima, ha perso tragicamente la propria figlia di pochi anni.

Questo immenso dolore l’ha profondamente segnata e l’ha trasformata nel personaggio “cattivo” della storia, una sorta di strega dell’Ovest temuta da tutti e allontanata anche dagli adulti del treno, I suoi stessi compagni; in realtà si scopre poi che lei stessa si e’ autoisolata, circondandosi di un’aura funesta, che le permette di stare nella propria solitudine, fatta di rabbia, colpa, dolore, rimpianto.

Solo l’incontro con Elena e con la sua giovane purezza fa ritrovare a Robin la voglia di vivere e di uscire dalla propria solitudine e di ritrovare quella parte di sé ormai dimenticata che riconduce immancabilmente all’amore e successivamente alla salvezza. Il legame di affetto profondo che si crea via via fra lei ed Elena la riporta al vecchio amore per Aurora (l’altra protagonista femminile del racconto), che finalmente corrisposto salverà entrambe.

Leggendo fra le righe si comprende come solo l’affetto e l’attenzione possono trasformare il “cattivo” in buono, come nel caso di Robin, e che l’essere visti corrisponde alla fine all’essere salvati. In più capitoli ritorna il tema dell’essere ascoltati, dell’essere visti, dell’essere presi in considerazione come esseri individuali con i propri desideri e i propri sogni. Questo credo sia il messaggio principale del libro; cosi come nell’infanzia bisogrebbe essere liberi di dare sfogo a fantesie e giochi e sogni, così nell’età adulta bisognerebbe essere liberi di lottare per i propri ideali e desideri e di essere se stessi.

Leggere questo libro mi ha riportato un po’ all’infanzia e mi ha fatto passare dei momenti leggeri e piacevoli; talvolta è bello interrompere il frenetico ritmo quotidiano con tutti i suoi problemi sognando ad occhi aperti e leggendo qualcosa che ci ricordi che un’altra vita e’ possibile, che le difficolta’ possono essere superate, che anche il dolore puo’ trasformarsi in qualcosa di positivo.

Tutti i bambini dovrebbero poter vivere un’infanzia come quella descritta in questa storia, piena di avventure, libertà, sogni realizzati, paure affrontate; perché solo questo tipo di infanzia può dar vita ad un adulto maturo e complete, senza fratture e senza eccessive nevrosi.

Ma questo libro contiene anche un inno dedicato alla lettura, al bisogno di leggere come ricerca di libertà e di verità; leggere rende migliori.

Voglio chiudere citando una frase del libro che ne sintetizza il messaggio piu’ importante: “i problemi sono scuse per giustificare il vuoto che abbiamo in noi e maschera la nostra più grande paura: fare quello che vogliamo davvero. Vogliamo essere diversi per sentirci unici e importanti, ma non facciamo nulla per vivere felici. Accettiamo le cose così come ci vengono date, perché pensiamo che sia l’unica strada ma non e’ cosi”.

E allora qual’e’ questo messaggio in una sola parola? E’ la SPERANZA. Di diventare se stessi, di essere liberi, di superare il dolore, di crescere e realizzare qualcuno dei sogni che hanno nutrito l’infanzia. Ma non da soli. Tutto il racconto e’ basato sulle relazioni fra i vari personaggi, il tessuto e’ fatto di amicizia e di amore, non ci sono azioni soliste ma sempre corali o almeno duali. L’Autrice sembra voler sottolineare che nessuno si salva da solo. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia scoprire la nostra parte migliore e ci faccia superare le paure o i momenti difficili.