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Adolescenti: identità work in progress

L’adolescente si trova a dover affrontare importanti cambiamenti a livello fisico, emotivo e cognitivo, ma il compito evolutivo che compendia questi diversi aspetti è quello relativo alla costruzione dell’identità, ricercando un significato emotivo che colga la particolarità di ciascuno.

“Chi sono io?” è uno degli interrogativi più frequenti che interessano gli adolescenti.

Preadolescenza e adolescenza si configurano come periodi di grande sensibilità rispetto al corpo. Nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado si assiste, spesso, ad un cambiamento nel comportamento di questi non più bambini e non ancora ragazzi, che molte volte appare incoerente e disorientante agli occhi dei genitori e degli adulti più in generale. Uno dei compiti di sviluppo più complessi che caratterizza questo periodo consiste nella mentalizzazione del nuovo sé corporeo, ovvero far proprio un corpo nuovo, diverso da quello dell’infanzia e difficile da riconoscere, soprattutto all’inizio. Cambiano le forme esteriori, le emozioni e contemporaneamente il modo di pensare: la costruzione della propria identità è un percorso che continua per tutta la vita ma durante l’adolescenza accelera e si fa repentino.

Fin da piccoli infatti si possiede un’identità personale che però è fondata principalmente sul parere e sui modelli offerti dagli adulti di riferimento. A partire dai 10-12 anni, invece, i bambini iniziano a diventare sempre più autonomi nella costruzione di se stessi a partire da criteri propri: è in questo periodo che si verifica il passaggio da un’identità completamente riflessa ad un’identità auto-riflessa, dove sono i propri giudizi ad assumere centralità.

L’identità in questo periodo sembra riproporre, ad un livello più complesso, gli interrogativi sull’essere maschi o femmine: le identificazioni con il proprio sesso sono molto più intense rispetto ai periodi precedenti e vengono rielaborate in una nuova versione, sia le esperienze infantili relative al sé, sia quelle degli anni scolari insieme con le identificazioni con i genitori. La distinzione, infatti, tra maschi e femmine si accentua notevolmente, supportata anche dai cambiamenti a livello biologico e corporeo: questi aspetti legati allo sviluppo sessuale si riflettono sulla costruzione del sé e dell’identità di genere.

L’identità di genere, ovvero il sentirsi maschio o femmina, si riferisce ad aspetti psicologici, sociali e culturali della mascolinità e femminilità ed è importante distinguerla da altri aspetti legati all’identità individuale: l’identità sessuale, che fa riferimento a quelle caratteristiche biologiche che ci permettono di identificarci come maschio o femmina, e l’orientamento sessuale, ovvero l’oggetto della propria preferenza sessuale al quale si rivolge il desiderio.

Nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza questi aspetti legati all’identità individuale (identità sessuale, di genere, orientamento sessuale e ruolo di genere) assumono una significativa rilevanza nel percorso identitario dell’adolescente, maschio o femmina che sia, e chiamano in causa il rapporto con il proprio corpo. È importante infatti che si esperisca armonia e congruenza tra la propria identità, nelle sue diverse espressioni, e il proprio corpo. Può infatti accadere che la realtà esterna del proprio corpo e la percezione soggettiva del mondo interno – ad esempio il senso della propria mascolinità o femminilità – non coincidano, generando una sensazione di estraniazione all’interno di se stessi. Questi bambini o giovani adulti che presentano identità di genere insolite, da una parte, pongono una grande sfida ai gruppi ed alle società in cui crescono e dall’altra, chiedono che si abbia rispetto e attenzione per loro.

In questo periodo ragazzi e ragazze diventano sempre più consapevoli di propri cambiamenti interiori ed esteriori e cominciano ad elaborare in modo cosciente i significati legati a questa trasformazione. Il corpo, profondamente cambiato rispetto a quello infantile, viene adesso riconosciuto nelle sue forme e nei suoi impulsi. Inizia la vera lotta per l’autonomia psichica che cerca conferma in una maggiore libertà di azione e di scelta, e nascono le prime relazioni sentimentali: ad un minore coinvolgimento nella relazione con i genitori, infatti, corrisponde un maggiore coinvolgimento nelle relazioni con i pari.

In questo percorso di consolidamento della propria identità, affatto lineare e privo di ostacoli, che ricorda i sentieri di montagna tortuosi e dal terreno difficile, la famiglia – qualunque forma essa assuma – rimane un elemento centrale: genitori e figli sono impegnati, infatti, in uno scambio reciproco dove le proprie caratteristiche influenzano, e sono a loro volta influenzate, da quelle altrui.

Come adulti di riferimento è importante, dunque, ascoltare e valorizzare questo particolare momento della vita, cercando di comprendere quali possano essere le difficoltà emotive che alcuni ragazzi o ragazze vivono nell’incontro con i cambiamenti fisici che caratterizzano questo periodo di crescita. Non si tratta di evitare loro esperienze difficili e problemi, ma di supportarli nell’elaborazione di questo nuovo sé e nella conquista della propria autonomia. Rispettare e supportare questa conquista significa apprezzare la loro personalità originale e unica, lasciarli liberi di crescere,  di esprimersi e al tempo stesso rappresentare un punto di riferimento stabile, un porto sicuro sempre aperto e disponibile.

Grazie al sostegno della Fondazione SociAL, attraverso il progetto Mind the Gapp mettiamo a disposizione uno spazio d’ascolto e supporto gratuito rivolto agli adolescenti e ai genitori.