Relazioni in trappola.
Venerdì 28 marzo. Le Murate caffè letterario.
E’ indubbiamente più semplice empatizzare con la donna che subisce violenza, con colei che indossa i segni visibili di una sofferenza non solo fisica, ma anche psicologica. In Italia 3 donne su 10 vivono una condizione di abuso da parte dei loro compagni e sono costrette a convivere con la paura fra le mura domestiche, spesso senza la forza di denunciare gli eventi.
Per questo è necessario effettuare un intervento preventivo che guardi anche l’altra faccia della medaglia, ovvero l’uomo maltrattante, o come preferisce chiamarlo il Dott. Mario De Maglie, l’autore di violenza.
Mario De Maglie, psicologo e psicoterapeuta dell’approccio centrato sulla persona, dal 2009 lavora e coordina il C.A.M., Centro Ascolto per uomini Maltrattanti di Firenze, il primo centro in Italia che si occupa della presa in carico di coloro che agiscono la violenza, specificando così che non esistono dei “mostri”, ma solo persone che, come tutti, hanno una loro storia e i loro problemi.
Diversamente da come si potrebbe immaginare, molti di loro arrivano al C.A.M. spontaneamente. Si accorgono di aver oltrepassato il limite, magari dopo un episodio di violenza più forte del solito, o hanno letto negli occhi dei loro figli la sofferenza, oppure il loro incubo peggiore è diventato realtà: la loro compagna li ha abbandonati.
Spesso qualcuno dice che queste donne sono attratte da individui del genere, ma non è così. Le loro storie iniziano come tutte, senza violenza, con un primo periodo meraviglioso e perfetto. Ma poi, quando l’uomo inizia a nutrire più affetto, inizia anche ad avere paura di perdere tutto questo, poiché è diventata la cosa più importante che ha. In questo momento scatta la gelosia, molti se ne rendono conto, ma non possono far altro che aumentare il controllo che hanno sulla vita della donna amata, cercando di isolarla e di tenerla più vicino possibile a sé. Purtroppo, in questo modo ottengono il risultato opposto, allontanano sempre di più la loro compagna che inizia a sentirsi in trappola, nella stessa trappola che l’uomo ha costruito con le sue paure e i suoi timori dentro se stesso e che ora va ad abbracciare e inglobare anche il suo tesoro più prezioso.
Le emozioni che vengono esperite in questo momento sono giuste, ma ciò che è scorretto è il comportamento che ne deriva. La rabbia e la paura sono le compagne costanti dell’uomo, che nel momento del conflitto si armano e lo difendono dall’angoscia che lo sta divorando internamente, ma esternamente sbranano la relazione che vorrebbe preservare.
La violenza non è eliminabile, fa parte della natura umana, ma queste emozioni forti e intollerabili possono essere individuate, comprese e riassegnate di altro significato, ovvero non fonte di violenza, ma fonte di dialogo. Il conflitto nasce nel momento in cui una persona si sente costretta a difendersi, dunque quando un’importante parte di sé si sente minacciata e l’unica cosa da fare per ristabilire la situazione precedente è imporsi sull’altro e agire. In realtà è possibile evitare tutto ciò, parlandone, comunicando le paure e le incertezze all’altro, esprimendole senza provocare una reazione di difesa, facendo capire che tutto ciò deriva da me e non da lei.
Agire sull’autore di violenza dunque diventa prioritario. L’abuso inizia sempre con uno sguardo minaccioso o attraverso parole che feriscono e lentamente evolve fino alle sue forme più gravi. Se colui che lo compie riconoscesse la sua rabbia come incontenibile, un intervento precoce potrebbe impedire l’escalation di agiti che ne potrebbe derivare.
Potremmo identificare la violenza come sintomo di una dipendenza affettiva, nella quale risulta importante l’attenuazione degli episodi attraverso delle tecniche di gestione delle emozioni, ma risulta altrettanto essenziale sviluppare quell’arto di sé mancante al posto del quale è stato messo l’altro. Quindi ricostruire il soggetto senza l’oggetto di dipendenza, capendo dove lo sviluppo si è interrotto e per sopperire a ciò è stato inserito l’altro.
Dott.ssa Sofia Degli Esposti