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LA NOMOFOBIA

Una sensazione di panico vi assale non appena vi accorgete di aver dimenticato lo smartphone a casa? Non riuscite a resistere più di dieci minuti senza controllare le notifiche e pensate che stia squillando anche quando non è così? Se avete risposto si ad almeno una delle due domande, allora potreste aver sviluppato una vera dipendenza dal vostro smartphone.
Negli ultimi anni, molti ricercatori si sono interessati allo studio della relazione tra gli individui, i cellulari e gli altri strumenti di connessione come Tablet e Pc che ormai fanno parte della nostra quotidianità. Anche se la tecnologia ci consente di sbrigare il nostro lavoro più velocemente e con efficienza, di tenerci informati in tempo reale su quello che accade ovunque e di poter contattare qualunque persona in qualunque momento, non bisogna dimenticare che i dispositivi mobili possono avere un effetto pericoloso sulla salute, specialmente se utilizzati in modo persistente e inappropriato.
In un
intervista è stato chiesto ad un gruppo di persone, di diverse età, se riuscirebbero a stare senza il loro smartphone e la risposta è stata quasi del tutto unanime che senza lo smartphone non riuscirebbero a vivere e che avrebbero panico soltanto a pensarci. Per descrivere questo fenomeno è stato coniato un nome, Nomofobia  o Sindrome da Disconnessione.

La nomofobia sarebbe caratterizzata da “ansia, disagio, nervosismo e angoscia causati dall’ essere fuori dal contatto con un telefono cellulare o un computer”. Molti studiosi ipotizzano che, in una società dove tutto è ormai frenetico e quasi “impersonale”, lo smartphone verrebbe utilizzato come un guscio protettivo o uno scudo e come mezzo per evitare la comunicazione sociale.

Nella persona con nomofobia s’instaura la sensazione di perdersi qualche cosa se non si controlla costantemente il cellulare e il rischio è che si inneschi un meccanismo di dipendenza,mettendo in atto una vasta gamma di comportamenti disfunzionali come: stare più tempo al telefono, aspettare la risposta dell’altro (magari sollecitandolo), vedere che cosa accade agli amici nei diversi social network, commentare e condividere costantemente, non spegnere mai il dispositivo neanche nelle ore notturne, svegliarsi di notte e controllare vari post o nuovi messaggi, portarsi lo smartphone in luoghi non appropriati come chiese o toilette.

CHI E’ PIU’ A RISCHIO?

Gli adolescenti appaiono i soggetti prevalentemente più a rischio di sviluppare questa nuova forma di dipendenza patologica.
Il rischio legato all’utilizzo degli smartphone in età precoce non è soltanto quello di poterne abusare e quindi essere soggetti ad una possibile dipendenza , ma anche quello di utilizzare il cellulare in modo
talmente inadeguato e incoerente con l’età del bambino/adolescente da poter sviluppare la nomofobia. Il pericolo non è tanto per l’utilizzo precoce di questi dispositivi, i quali possono essere anche utilizzati come un mezzo per sviluppare le capacità cognitive del bambino, quanto piuttosto il prolungato utilizzo di smartphone e tablet che potrebbe portare ad un affaticamento eccessivo della vista e al rischio che il piccolo si isoli psicologicamente creandosi un mondo parallelo popolato solo da personaggi non reali, perdendo così il contatto e l’interesse verso le cose che lo circondano. Effetti di questo continuo utilizzo di internet e smartphone possono sfociare in ulteriori problematiche; è questo il caso del sexting, fenomeno già affrontato in un altro articolo precedentemente pubblicato. In conclusione possiamo dunque affermare che il telefono cellulare e gli atri mezzi di comunicazione, se usati in modo appropriato e intelligente, possono assolvere a importanti funzioni psicologiche come: regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni, gestire la solitudine e l’isolamento e permettere di rivivere momenti importanti della propria vita con uno o più scatti.
Ma
bisogna anche ricordare che il rapporto con il cellulare è potenzialmente dannoso , ed è per questo che la prevenzione risulta fondamentale specialmente in alcune fasce d’età.
Pertanto, è importante autoistruirsi
ed istruire ad un rapporto equilibrato con il telefonino, concedendosi e concedendo ogni tanto una qualche pausa dalla sua presenza confortante e rassicurante, ricordandosi che forse una vita realmente vissuta è più gratificante di una vita solo immaginata.