Fattori di rischio socioculturali e DCA
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono, da più di dieci anni, argomento all’attenzione di tutti. Tale fenomeno può essere dovuto a diversi fattori, quali: le mode imposte dalla società contemporanea e i nuovi ideali di bellezza diffusi dai mass media; inoltre, la grande quantità di libri e testi che incoraggiano particolari stili di alimentazione e diete dimagranti hanno influenzato enormemente il regime di vita dei propri lettori. L’eccessiva importanza che le società occidentali danno all’alimentazione, al peso e all’immagine corporea è considerato il fulcro scatenante dei principali disturbi del comportamento alimentare (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating e Obesità).
L’ampia letteratura scientifica suggerisce la presenza di numerosi fattori di rischio per l’insorgenza della patologia alimentare. Ne sono un esempio i fattori di tipo genetico o ambientale, i fattori legati allo stile di accudimento familiare e i fattori di tipo socioculturale (su cui ci focalizzeremo maggiormente).
Fattori predisponenti e scatenanti/ conicizzanti
Prima di approfondire i fattori di rischio socioculturale è interessante introdurre una suddivisione proposta da Garner e Garfinkel. Questi studiosi hanno ipotizzato la presenza di due tipi di fattori legati al disturbo alimentare: quelli predisponenti e quelli scatenanti/cronicizzanti.
I fattori predisponenti risultano essere:
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Individuali: carenza di una buona autostima, identità e propria autonomia, nonché una patologica preoccupazione per il peso e la forma corporea;
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Familiari: caratteristiche demografiche e stili educativi improntati sulla bellezza, la performance e il controllo del peso corporeo;
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Culturali: nuovi ideali di bellezza e magrezza, nonché nuovi stili di performance cui uniformarsi.
I fattori scatenanti/cronicizzanti risultano essere suddivisi in:
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Individuali, familiari e culturali: avere familiarità e seguire diete alimentari, partecipare a dinamiche familiari disfunzionali che alterano il normale clima familiare ed essere soggetto di eventi che minano la propria autostima.
Il ruolo dei mass media
L’ambiente socioculturale all’interno del quale un individuo è nato e cresciuto è uno dei maggiori fattori di influenza per l’insorgenza della patologia alimentare, soprattutto per gli adolescenti. L’ideale della bellezza e perfezione associata a corpi magri e a diete ferree è causato da società che danno eccessiva importanze ad alcuni aspetti disfunzionali. Tra questi aspetti troviamo: l’eccessiva cura del proprio corpo, il mantenimento di una figura corporea smilza ed eccessivamente magra, ed il senso di competitività basato sull’aspetto esteriore (associato ad emozioni negative quali rabbia, rassegnazione e senso di inadeguatezza). I mass media, le pubblicità e le riviste promuovono modelli di bellezza e perfezione corporea che difficilmente rispecchiano la realtà comune. Purtroppo, esistono siti web che promuovono comportamenti pro-anoressia, diete dimagranti e ideali di bellezza corporea che sono, in realtà, patologici.
Adolescenza: età a rischio
Siamo immersi in una società che promuove ideali e standard di bellezza che non sempre sono appropriati. Questi vengono introiettati dagli adolescenti ed utilizzati per verificare la propria adeguatezza sociale e fisica.
Infatti, sono soprattutto gli adolescenti più deboli che subiscono le influenze promosse dagli stereotipi proposti dalla società. Questi, per far fronte alla loro bassa autostima, si adeguano ai modelli socioculturali senza avere sufficienti risorse per evitare l’insorgenza della patologia.
Una volta sviluppata la patologia alimentare, questi adolescenti usano il proprio sintomo come unico mezzo di contrasto contro l’incapacità di esprimere la propria sofferenza ed il proprio vissuto emotivo di disagio.
Conclusioni
E’ molto importante non sottovalutare l’influenza che le nuove mode alimentari e i nuovi standard di bellezza possono avere su adolescenti particolarmente fragili. La patologia alimentare, se sviluppata in un periodo critico come l’adolescenza, tende a cronicizzarsi velocemente, diventando l’unica via per il controllo di sé stessi e del proprio corpo, nonché unico modo per stare al mondo senza un’angoscia e una sofferenza soverchiante.
Tratto dalla Tesi di Laurea Magistrale “L’influenza del costrutto di Alessitimia sullo sviluppo e il decorso dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Un’analisi dei modelli di intervento integrato: l’esperienza CPF-FIDA di Torino” di Dott. Oliviero Donà.