Disagi Alimentari
Anoressia e bulimia sono forse i più conosciuti disturbi alimentari, certamente non gli unici.
Nelle tante sfumature dei disagi alimentari sono compresi comportamenti che possono coinvolgere adulti e bambini, maschi e femmine.
Come i disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NAS), categoria non omogenea in cui sono compresi molti disturbi (atipici, parziali, subliminali, etc.) che non soddisfano i criteri di nessun specifico disturbo del comportamento alimentare.
L’obesità interessa spesso soggetti che soffrono del disturbo da alimentazione incontrollata (BED), solo recentemente classificato come patologia psicologico-psichiatrica. Oltre a queste forme di disturbo, negli ultimi decenni risultano essere in crescita anche bigoressia, ortoressia, anoressia atletica ed altre manifestazioni cliniche frequentemente associate ad altre manipolazioni del corpo o a situazioni mediche e psichiatriche quali depressione, disturbi d’ansia (possono manifestarsi anche attacchi di panico), abuso di sostanze e pluridipendenze.
Molte ricerche segnalano che i diversi disturbi del comportamento alimentare presentano aree di sovrapposizione con somiglianze rilevanti e frequenti passaggi, nel tempo, da una tipologia all’altra.
All’interno delle diverse tipologie, pur con una sintomatologia invariante e altamente ripetitiva, è possibile comunque identificare diverse strutture psicopatologiche che vanno dalla nevrosi alla psicosi. La diversità del terreno strutturale rende conto, infatti, della varietà clinica delle forme e delle differenze nella prognosi e nelle risposte agli interventi terapeutici.
Per quanto riguarda i bambini sono da segnalare, come disturbi e disagi alimentari, l’obesità infantile, che è purtroppo in aumento, e alcune manifestazioni come la tendenza chiamata pica (dal latino pica, gazza) a ingerire compulsivamente sostanze non commestibili, tendenza molto comune tra i bambini, soprattutto nel loro primo anno di vita e il mericismo (o disturbo di ruminazione), che consiste nell’abitudine, persistente per almeno un mese, di rigurgitare, masticare, deglutire più e più volte lo stesso bolo alimentare.
Si tratta di una ruminazione che, se non risolta in tempi brevi, può provocare serie conseguenze all’alimentazione del bambino se non addirittura risultare fatale.