La dott.ssa Francesca Tonucci, socia fondatrice dell’Associazione DAI, è membro del Gruppo di Studio SIPsIA sull’Adolescenza, un gruppo di psicoterapeuti -psicologi e neuropsichiatri dell’età evolutiva- che lavorano da anni con gli adolescenti. Avvalendosi dell’esperienza e della discussione clinica condivisa, questo libro si propone come contributo al fine di delineare le risorse di cui gli adolescenti dispongono per trasformare le loro naturali incertezze e difficoltà in opportunità di crescita.
Il libro è rivolto agli adulti che, a vario titolo, hanno a che fare con gli adolescenti (genitori, insegnanti, educatori etc..) e, attraverso vignette cliniche, si affrontano tematiche riguardanti l’adolescenza, accompagnate da riflessioni da parte dei professionisti con l’obiettivo di promuovere una prospettiva innovativa su questa fase di vita, con particolare riferimento al potenziale creativo di questo particolare periodo evolutivo. Si sottolinea inoltre l’importanza della risposta che gli adulti possono offrire agli empasse che l’adolescente incontra.
La Dott.ssa Flaminia Cordeschi, presidente DAI-FIDA Roma, è stata intervistata da Enrico Scoccimarro per LUMSA news.
L’intervista è centrata sull’incremento dei casi DCA durante la pandemia Covid-19 e del ruolo che può avere la società nell’aiutare e supportare le persone che soffrono dei disturbi del comportamento alimentare.
Come evidenzia la Dott.ssa Flaminia Cordeschi “Dover rimanere a casa ha fatto emergere vissuti di incertezza e precarietà con riflessi negativi sull’alimentazione. In alcuni casi è ricomparso un pregresso disturbo del comportamento alimentare, in qualche modo compensato prima dell’arrivo del Covid-19. In altri il disturbo alimentare è iniziato quando il rallentamento del ritmo della vita ha reso possibile un maggior contatto con sé stessi vissuto come problematico e irrisolto”.
“Anoressia e bulimia sono all’apparenza opposte, ma sono due facce della stessa medaglia. In termini di posizione interna sono sempre un modo per poter continuare a non esserci”.
“Per chi soffre di DCA è necessario attivare un percorso specializzato di sostegno che riguardi anche le famiglie, basato su un aiuto psicologico, meglio se di tipo psicoanalitico, e nutrizionale, alle volte anche medico e psichiatrico. Quello che noi DAI-FIDA chiamiamo modello integrato di cura”