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Alcune riflessioni sull’ortoressia: una nuova forma di disagio alimentare

Sempre più attuale e diffusa, come sostiene anche l’European Food Information, è la particolare forma di disordine alimentare nota come Ortoressia.
Il termine deriva dal greco ‘orthòs’ (giusto, corretto) e ‘òrexis’ (appetito) e sta ad indicare la mania per uno stile
alimentare totalmente puro e naturale.
Questo disturbo (assimilabile ai più noti del comportamento alimentare) si presenta come la deriva patologica di una tendenza tipica del nostro tempo e della nostra società: quella della cultura di uno stile di vita “iper-salutista” in cui vengono consumati solo cibi genuini e di origine biologica e in cui la filosofia alimentare ‘bio’ viene intesa come
strada di purificazione dalle contaminazioni, fino a correre il rischio di farne un vero e proprio fanatismo.
Non a caso proprio nel corso del 2013 la comunità scientifica ha riconosciuto l’ortoressia come patologia.

E’ ben noto, ma sempre importante ricordare, come l’ossessione del peso, soprattutto tra le giovani donne, derivi da un’eccessiva sopravvalutazione del corpo e dell’aspetto fisico il cui controllo si ottiene attraverso l’adozione di
abitudini alimentari improprie che, il più delle volte, rispondono all’incontrollabile paura di ingrassare.
Il rapporto tormentato e conflittuale con la propria immagine può generare frustrazione, scarsa autostima, insicurezza, depressione e senso di colpa che impediscono al soggetto affetto da questo disagio di relazionarsi serenamente con se stesso e con gli altri. Ancora più pesanti possono essere, in alcuni casi,le ripercussioni sulla salute fisica.
Anche l’ortoressia può essere inclusa tra le forme che vengono ad assumere, a livello alimentare, le ossessioni e i conflitti con se stessi e la propria immagine.

Come si è accennato, tipica dei soggetti ortoressici è la ricerca spasmodica di cibi altamente genuini e la tendenza a pianificare, in tempi sempre più lunghi, i propri pasti, assecondando l’esigenza di conoscere dettagliatamente ogni singolo ingrediente, non potendo mai lasciare nulla al caso.
L’esordio, frequentemente, si ha a partire dalla rigida adesione ad una filosofia o ad una teoria alimentare che, progressivamente, diventa una forma di fanatisismo che ne distorce il senso originario. Tale distorsione, nel tempo, impone regole alimentari sempre più rigide, fino ad arrivare alla creazione di veri e propri “kit di sopravvivenza” specifici per le situazioni in cui si è costretti a mangiare in contesti che non possono venire adeguatamente controllati.
Queste persone, infatti, assumono con enorme fatica piatti preparati da altri. Temono di consumare assumere alimenti “contaminati”, arrivando a sperimentare un autentico e severo senso di colpa ogni qualvolta si trasgrediscano i propri divieti.
Così impegnata a controllare il futuro e le possibili ricadute dei suoi comportamenti sulla propria esistenza, la persona ortoressica tende a staccarsi dal presente rinunciando, di fatto, a viverlo.
Alcune delle reali conseguenze che ne possono derivare riguardano infatti l’isolamento, la perdita di affettività, una vita sociale impoverita si ha a partire dalla rigida adesione ad una filosofia o ad una teoria alimentare che, progressivamente, diventa una forma di fanatisismo che ne distorce il senso originario. Tale distorsione, nel tempo, impone regole alimentari sempre più rigide, fino ad arrivare alla creazione di veri e propri “kit di sopravvivenza” specifici per le situazioni in cui si è costretti a mangiare in contesti che non possono venire adeguatamente controllati.
Queste persone, infatti, assumono con enorme fatica piatti preparati da altri. Temono di consumare assumere alimenti “contaminati”, arrivando a sperimentare un autentico e severo senso di colpa ogni qualvolta si trasgrediscano i propri divieti.
Così impegnata a controllare il futuro e le possibili ricadute dei suoi comportamenti sulla propria esistenza, la persona ortoressica tende a staccarsi dal presente rinunciando, di fatto, a viverlo.
Alcune delle reali conseguenze che ne possono derivare riguardano infatti l’isolamento, la perdita di affettività, una vita sociale impoverita e, in alcuni casi, anche depressione La preoccupazione ossessiva per il cibo può invadere tutta la vita della persona, causandone persino una forma di isolamento sociale. Può manifestarsi, inoltre, come in altre forme del disagio alimentare, una distorsione cognitiva rispetto alle proprie forme corporee e si può osservare la tendenza a negare o a non riconoscere emozioni, sentimenti e conflitti.
Spesso, inoltre, si presentano ossessioni, una certa rigidità psicologica, perfezionismo e bisogno di controllo.
Può essere importante segnalare infine, come nell’ortoressia, al pari degli altri disturbi del comportamento alimentare, la persona tenda ad identificarsi con il proprio regime dietetico.
Gli studi clinici mostrano come alla base di tali forme di disagio alimentare dimorino stati ansiosi importanti che la persona cerca di gestire attraverso i comportamenti compulsivi di evitamento descritti.
Un percorso di cura psicologico diventa fondamentale per comprendere paure che generano le ossessioni alimentari sperimentate quotidianamente.