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IL CIBO : “TEATRO” DI UNA PROTESTA INFANTILE

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano una delle patologie più allarmanti per la loro rapida diffusione. Negli ultimi anni, si è riscontrato un abbassamento dell’età di esordio dei DCA, che iniziano a diffondersi in maniera consistente anche nella popolazione infantile.

Il numero crescente di bambini che presentano disordini alimentari, le fatiche lamentate dai genitori durante il momento dei pasti, gli episodi sempre più frequenti d’inappetenza e le stime pediatriche sul sovrappeso in età evolutiva, lasciano interrogativi importanti sull’insorgenza di tali problematiche e sulla necessità di interventi precoci che possano aiutare e sostenere le famiglie.
Segnali importanti per una diagnosi precoce sono tutti quei comportamenti relativi al modo in cui i bambini mangiano, spesso caratterizzato da lentezza, esclusione di alcuni alimenti, ingestione di molta acqua e sminuzzamento di cibo in pezzi piccolissimi.  Ulteriori pratiche possono consistere in un uso frequente del bagno soprattutto dopo i pasti, iperattività fisica ed eccessivo controllo del peso corporeo.
Il cambiamento psicologico che sopravviene, man mano che aumenta la perdita di peso, si esprime con sbalzi d’umore e con un’insofferenza ed un’irrequietezza che non facevano parte delle caratteristiche precedenti dei bambini.
Il sintomo è spesso una richiesta di aiuto verso gli adulti che si prendono cura di lui che tendono a sottovalutare elementi esterni e della quotidianità non direttamente riconducibili al cibo (ripresa del lavoro da parte della madre, divorzio dei genitori, impegni lavorativi, forme di isolamento sociale, problematiche scolastiche).
Il disordine alimentare tipico di alcune fasi evolutive può evolversi in un quadro sindromico più importante (anoressia, bulimia, obesità) in momenti di crescita differenti dall’infanzia e l’adolescenza.
Risulta importante che le famiglie possano rivolgersi ad un professionista che possa cogliere e dare una lettura dei primi segnali di disagio del bambino, così da poter creare un piano di intervento individuale e famigliare adeguato alla situazione.

 

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