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Anoressia e bulimia

La sofferenza psichica si può manifestare in molteplici modi, anche attraverso una difficoltà nella regolazione del cibo, come avviene nei cosiddetti “disturbi alimentari”.

Tra questi, anoressia e bulimia si presentano, sia a livello di immagine che di comportamento, con manifestazioni talmente differenti da apparire contrapposte.

Dal lato anoressico, vi è la privazione, l’astinenza totale, il controllo assoluto e costante: la persona che soffre di anoressia trascorre la propria quotidianità nella logica di una disciplina ferrea, tesa al calcolo, dove tutto deve essere prestabilito e organizzato. Ogni minimo cambiamento di quanto ci si era prefissato rischia di provocare forte disorientamento e un’angoscia profonda.

Dal lato bulimico, prevale la spinta improvvisa e irrefrenabile a riempire tutto, divorare ogni cosa oltre il limite, fino a provare una sorta di stordimento, annullamento del pensiero, arrivando a starne male anche fisicamente. Per poi sentire il bisogno di tornare a svuotare, ciascuno con la propria modalità, in una spirale di sofferenza che si ripete.

Questi due versanti, in apparenza così distanti tra loro, possono arrivare ad intrecciarsi nel momento in cui una deviazione dal programma ideale del pieno controllo, nella ricerca della perfezione, porta a sperimentare un sentimento di “fallimento” e, quindi, al prevalere della spinta incontenibile a riempire, con qualunque oggetto cibo.

Le sofferenze psichiche, singolari ovvero differenti per ciascun soggetto, spesso sono accomunate dal timore circa l’incontro con l’Altro, dalle problematiche e tormenti che, a livello inconscio, ruotano intorno all’interrogativo “come fare con l’Altro?”

L’Altro sembra non trovarsi mai dove lo si cerca, sempre troppo distante o assente, o, più difficile accorgersene, troppo vicino. Non si sa mai come fare per essere amati, non ci si sente mai “abbastanza”; oppure è l’altra persona a non apparire adeguata, a non comprendere “tutto”. Questa imprevedibilità nella relazione porta ad uno stato di insoddisfazione e sconforto che raggiunge livelli, a volte, insopportabili, rispetto al quale il soggetto cerca di trovare argine, anche attraverso una soluzione sintomatica. Nell’anoressia e nella bulimia il corpo diventa il luogo in cui si concentra la questione, è reso lo strumento attraverso il quale si tenta di poter avvicinare o allontanare l’Altro.

Nella società contemporanea le relazioni tra le persone, già di per sé complicate, sono ostacolate, ancora di più, dalla fatica nell’avere a che fare con la mancanza e, di conseguenza, nella spinta costante a riempire: otturare tutto – gli imbarazzi, le fatiche, i dubbi, le incertezze – attraverso cibo, procedure di controllo, lavoro, oggetti, impegni, discorsi infiniti.

Al contrario di quanto possa apparire, sono proprio le imperfezioni, le mancanze, gli errori, le incomprensioni a fare posto per una relazione. Attraverso un lavoro clinico a orientamento psicoanalitico, ciascuno può mettere in parola le proprie difficoltà e trovare il proprio modo singolare per rendere l’incontro accessibile.

Dott.ssa Benedetta Faraglia

Associazione Kliné – FIDA Milano