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Il trattamento medico

I disturbi del comportamento alimentare hanno sempre una ricaduta sul piano fisico che va valutata e monitorata da uno specialista. È quindi indispensabile che nella formulazione del progetto terapeutico del paziente sia incluso il trattamento medico.

Nella maggioranza dei casi di Anoressia nervosa sono presenti alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico e complicanze cardio-vascolari (come il rallentamento del ritmo cardiaco e l’abbassamento della pressione arteriosa), con rischio di sincopi o arresto cardiaco. Spesso si verificano complicanze, alterazioni ematologiche, dermatologiche, endocrinologiche, renali e osteo-articolari.

Nei casi di Bulimia nervosa purging, l’uso del vomito autoindotto provoca in genere complicanze di tipo odontoiatrico, ipertrofia delle ghiandole salivari, disturbi del tratto gastro-esofageo e alterazioni dell’equilibrio elettrolitico e della funzionalità cardiaca.

Nell’Obesità e nel Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED) si riscontrano soprattutto cardiopatie e problemi osteoarticolari.

Spesso i pazienti faticano ad accettare il trattamento medico integrato a causa della tendenza a separare l’ambito emotivo da quello fisico e corporeo e a negare lo stato di sofferenza del proprio corpo. Il percorso terapeutico promuove invece la ricerca da parte del paziente dell’integrazione dei diversi piani della sua personalità, imparando a prendersi cura di sé in modo completo. È infatti oggetto di trattamento psicoterapeutico l’eventuale resistenza a farsi visitare dal medico.

Lo specialista deve tenere presenti le difficoltà che può avere una persona che soffre di questi disturbi a sottoporsi a una visita medica, deve privilegiare un approccio cauto e rispettoso dei tempi del paziente, rimanendo però fermo nel tenere presente e ricordare al paziente la situazione organica che emerge dagli esami obiettivi.

La stretta collaborazione tra Medico e Psicoterapeuta permette di affrontare le difficoltà che man mano si incontrano sui due versanti (fisico ed emotivo), in un continuo sforzo di integrazione.

In certi casi, soprattutto in una fase avanzata del percorso di cura, può essere utile proporre al paziente un intervento sul piano nutrizionale di sostegno alla sperimentazione di un rinnovato rapporto con il cibo e con il proprio corpo “nutrito”, una sorta di “nuova alfabetizzazione alimentare”.

In alcuni casi, sia all’inizio del trattamento che durante il suo svolgimento può essere necessario un ricovero in ospedale, che è sempre un intervento estremo, al quale non si ricorre frequentemente. Questo tipo di intervento richiede, generalmente, un’operazione congiunta del Medico e dello Psicoterapeuta. Se ben collocato all’interno del percorso di cura, può assumere un valore fondamentale nel senso dell’introduzione dell’esperienza del limite, laddove il “senza limiti” contraddistingue i disturbi del comportamento alimentare in ogni tipologia.

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