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Obesità e Sovrappeso

L’obesità è una patologia cronica caratterizzata da un significativo aumento di peso con ripercussioni gravi e invalidanti sulla qualità della vita. Da un punto di vista strettamente nutrizionale è sovrappeso chi ha un indice di massa corporea compreso tra 25 e 30 ed è obeso chi ha un indice di massa corporea superiore a 30.

Il 30% di pazienti obesi che richiedono una cura ha in realtà un disturbo da alimentazione incontrollata (DAI), traduzione dall’inglese Binge Eating Disorder (BED). Consiste nel ricorso frequente ad abbuffate accompagnate da una sensazione di perdita di controllo, e colpisce sia uomini che donne senza una differenza particolarmente significativa tra i sessi.

Cause

Le cause dell’obesità sono multifattoriali: genetiche, ambientali, abitudini alimentari scorrette, alterazioni cardiopatiche e osteoarticolari, alterazioni dell’umore e della personalità.

L’attenzione dei ricercatori si è concentrata a lungo sugli aspetti organici e genetici dell’obesità trascurando il ruolo dei fattori psicologici e ambientali; la sua diagnosi, infatti, è rimasta fortemente ancorata a un puro fattore quantitativo, cioè il calcolo dell’Indice di Massa Corporea.

Solo di recente (con l’uscita del nuovo DSM V, il manuale diagnostico utilizzato dalla psichiatria internazionale) il disturbo di alimentazione incontrollata è stato riconosciuto come disturbo alimentare.

Diffusione

La diffusione sociale dell’obesità, soprattutto nelle società a capitalismo avanzato, è così ampia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine di globesità (“globesity”), proprio per sottolineare l’estensione e la drammaticità del fenomeno che racchiude un enorme livello di sofferenza.

In Italia, secondo le ultime stime, ci sono circa 4 milioni di adulti obesi e circa 16 milioni in sovrappeso, mentre l’obesità infantile colpisce circa 1 bambino su 4.

Caratteristiche

Si possono riscontrare alcune caratteristiche di personalità ricorrenti sottese all’obesità: la dicotomia tra un corpo sofferente che perde autonomia ed è esposto al giudizio e alla valutazione da parte degli altri e un’impossibilità a farsi carico soggettivamente della situazione, un corpo quasi dimenticato dal soggetto; il rifiuto del corpo sessuato, in particolare nelle donne, per cui il corpo funziona da argine difensivo nei confronti del desiderio sessuale proprio e dell’altro.

Nella clinica dell’obesità osserviamo spesso, infatti, questo tipo di configurazione: da un lato il soggetto obeso tende ad asservirsi alle richieste degli altri e a evitare i conflitti, dall’altro lato gli è impossibile interrogarsi su ciò che vuole.

Il cibo sembra essere l’unica compensazione a questa modalità relazionale disfunzionale e il suo consumo può realizzarsi nella sua modalità iperfagica, dunque sistematica oppure nella modalità dell’abbuffata.

L’obeso, come l’anoressico e il bulimico, comunque risponde con il linguaggio del corpo a qualcosa che riguarda la mente e le emozioni. Spesso ottundimento psichico, solitudine e senso di vuoto possono scatenare il bisogno di cibo al quale la persona risponde in un modo diretto, non frapponendo inibizioni e difese all’emergere dell’impulso fino ad esserne sopraffatto.

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