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I disturbi in adolescenza

I disturbi del comportamento alimentare sono sempre stati considerati una patologia specificamente adolescenziale, ma l’età d’insorgenza non deve essere confusa con le origini del disturbo. 

Se l’adolescenza, infatti, costituisce un periodo di riorganizzazione fondamentale della struttura di personalità durante il quale è più probabile che il disturbo si manifesti, le sue basi spesso si collocano in una fase precoce dello sviluppo psichico, quando si stabiliscono specifiche configurazioni nell’ambito delle relazioni primarie.

L’adolescenza si caratterizza come fase di cambiamento e di passaggio sotto diversi aspetti:

  • la pubertà e le trasformazioni del corpo che ne conseguono necessitano di un tempo necessario per integrare a livello psichico il “nuovo” corpo;
  • il progressivo spostamento dagli attaccamenti infantili e dal legame di dipendenza con le figure genitoriali verso nuovi legami ed esperienze (gruppo dei pari, primi rapporti sentimentali, ecc.);
  • le significative modificazioni delle funzioni mentali e cognitive, che concorrono a determinare un sostanziale e profondo cambiamento rispetto al funzionamento mentale infantile.

Si tratta, quindi, di una fase della vita in cui i precedenti equilibri, a volte precari e sotto il segno della compiacenza, si spezzano quasi improvvisamente, e lasciano all’adolescente il compito di ritrovare sé stesso recuperando i pezzi della propria identità e mettendoli insieme in un modo nuovo e diverso.

Nel tentativo di differenziarsi e gestire autonomamente sé stesso e il suo corpo, può accadere che l’adolescente si trovi a operare, proprio attraverso il corpo, un serrato controllo su quei bisogni e quelle emozioni, sentiti come eccessivi, caotici e disorganizzanti.

In questo periodo della crescita, nel quale l’adolescente si misura con la propria storia e con le sue nuove potenzialità, può esserci un deragliamento dal processo evolutivo, che si esprime attraverso un’alterazione della condotta alimentare.

A volte, esso assume il significato di un tentativo fisiologico ed evolutivo di trovare provvisorie “soluzioni” di padronanza del corpo e delle emozioni, altre volte diviene una vera organizzazione patologica che si struttura nel disturbo alimentare che diventa una modalità di esistenza, un rifiuto e un’impossibilità di crescere.

Una corretta valutazione diagnostica è di estrema importanza, così come lo è una tempestiva presa in carico terapeutica per evitare il cristallizzarsi di un’organizzazione patologica.

Nel progetto terapeutico con l’adolescente è di fondamentale importanza prevedere un trattamento separato per la coppia genitoriale. Questo assetto permette l’individuazione di aspetti critici delle relazioni all’interno del gruppo familiare, facilita la comprensione del funzionamento psichico e relazionale dell’adolescente e può contribuire a rimuovere eventuali fattori perpetuanti le sue condotte psicologiche.

 

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